Asparago Argentuil

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Asparago argentuil L’asparago è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Gigliacee. La parte sotterranea consiste in un rizoma corto e ingrossato, strisciante, da cui si dipartono delle radici fascicolate e, sopra terra, dei polloni, detti turioni, cioè gli asparagi. Il fusto che deriva da ogni turione è alto circa un metro o più, ed è fittamente ramificato. Il frutto dell’asparago è una bacca rossa grande più o meno come un pisello, contenente da 1 a 4 semi. La parte che si consuma dell’asparago sono i turioni appena spuntati dal terreno, quando sono ancora teneri e carnosi. Gli asparagi (i turioni) si consumano cotti, cucinati in vario modo. L’asparago ha proprietà diuretiche, aperitive, calmanti cardiache; contiene vitamina A e C e vitamine del gruppo B. E’ una pianta coltivata fin dall’antichità, originaria della Mesopotamia. In Italia fu introdotta dei greci. E’ un ortaggio pregiato, pur non avendo particolari esigenze di clima e terreno. La sua scarsa diffusione deriva dalla tecnica di coltivazione piuttosto laboriosa e dal lungo tempo necessario ad avere il prodotto. Queste difficoltà non dovrebbero spaventare chi ambisce ad avere un orto di classe, ricco di varietà. Oltre agli asparagi coltivati, ne esistono varietà selvatiche, che si trovano un po’ dappertutto e hanno un calibro molto più fine delle varietà coltivate. Queste si distinguono per alcune caratteristiche, come per esempio la dimensione del turione, l’uniformità del calibro, il colore che può andare dal bianco-rosato, al verde, al violaceo, la precocità. L’asparago è di larga adattabilità e può resistere sia al freddo che al caldo,ma preferisce il clima temperato. Cresce ottimamente alla temperatura di 15-20 °C, e poco o nulla sotto i 10 °C. La temperatura minima di germinazione dei semi è di è di 12 °C. Il terreno preferito è quello con pH neutro (6,5-7) fresco e soffice, ben drenato e privo di ciottoli. L’esposizione è quella soleggiata. Moltiplicazione dell’asparago e produzione delle zampe tramite la semina Chi ha tempo di attendere può partire dal seme, e produrre in proprio le zampe da mettere a dimora l’anno successivo. La scelta della varietà va fatta con cura, preferendo, se si conoscono, quelle già coltivate in zona e che hanno dato buoni risultati in termini di longevità e resistenza alle malattie. La semina si fa in marzo-aprile, disponendo i semi alla profondità di 10-15 mm su file distanti 40 cm tra fila e fila, e distanti 5 cm tra seme e e seme. La piantina emerge dopo 25-30 giorni, se la temperatura è favorevole. Questo tempo di germinazione è lento, si può accelerare di mettere a bagno in acqua tiepida i semi dalla sera prima per un paio d’ore, avvolgendoli poi in un telo bagnato. Dopo la semina rullate il terreno, o comunque compattatelo anche con la pressione leggera della scarpa. Un paio di mesi dopo si diradano le piantine, lasciandone una ogni 10-15 cm. Se necessario durante il periodo estivo irrigate e sarchiate. Potete somministrare del nitrato in copertura, un paio di volte durante la crescita. In autunno cimate le piantine a 5-6 cm dal suolo, eliminando tutta la parte fogliare. Nella primavera successiva le radici, dette zampe, si estirpano per essere trapiantate. Coltivazione partendo dalle zampe Le abbiate prodotte voi o le abbiate acquistate, potete mettere a dimora le zampe (di almeno un anno) da ottobre a marzo. Nelle regioni fredde scegliete il periodo che va dalla fine dei geli all’inizio della primavera.   Prima di ciò, dovete creare la vostra asparagiaia. Su un terreno lavorato precedentemente fino alla profondità di 50/60 cm (con una vangatura doppia) e arricchito di sostanze organiche, si ricavano delle fossette e degli arginelli, come illustrato nel disegno in basso. Le fossette sono profonde 20-25 cm, larghe 60 cm e poste alla distanza di 70 cm una dall’altra, lunghe a piacere. La terra di scavo delle fossette si accumula tra una fossetta e l’altra, ricavando così dei colmi detti arginelli Sul fondo delle fossette, quale concimazione di impianto, si stratifica del letame maturo bovino, equino od ovino per circa 5 cm di altezza, o in mancanza stallatico pellettato per circa 3 cm di altezza. Su questo stato si dispongono le zampe disponendole a quinconce (vedi il disegno) alla distanza di 40 cm tra pianta e pianta. Si copre poi il tutto con altri 5-10 cm di terra, lasciandola cadere dagli arginelli. Queste misure di impianto consentono la produzione di asparagi grossi, ma se si vogliono ottenere asparagi grossissimi (varietà adatte) mettete le zampe a 80 cm una dall’altra. Le zampe vanno preparate tagliando le radici troppo lunghe. Prima di ricoprirle piantate una cannuccia in corrispondenza di ogni zampa, in modo che sappiate con precisione dove si trovano.   Cure successive Nel primo anno di impianto si fanno sarchiature frequenti e qualche innaffiatura, se necessaria. In caso di siccità potete lasciar cadere un po’ di terra dagli arginelli, creando uno strato protettivo. Nell’autunno, gli steli ingialliti si tagliano a circa 12 cm da terra, e si toglie un po’ di terra attorno alle piante rimettendola sugli arginelli, in modo che le zampe restino coperte, come all’origine, da 5 cm di terra e non più. Questo per evitare che in caso di pioggia si concentri attorno alle zampe una umidità eccessiva.

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